Critica e militanti

Un giorno da critica militanti esiste ancora la critica letteraria è una domanda ricorrente che dà luogo a un ricorrente dibattito il quale però di solito parte dai presupposti sbagliati
Mentre si levano sta tra i lamenti sulla deriva sociale sullo strapotere editoriale sulla decadenza delle fiumani dis a tutto ciò si oppone infatti lo studio teorico della seconda metà del Novecento Errore perché proprio con lo studio è stato il primo passo verso la rimozione della critica nel sospetto militante saggistico e integro
Per ragioni di trasmissibilità didattica infatti reso astratta Augusto falsamente specialistica una tradizione
Che viceversa può esistere solo affrontando il rapporto tra ciò che è letteratura ciò che letteratura non è ossia il resto dell'esperienza umana culturale e politica esistenziale la critica dalla modernità in poi o è anche filosofia morale Bondone
Nelle ultime generazioni di letterati italiani
Uno dei pochi ad essersi dimostrato precocemente consapevole di queste circostanze Massimo Onofri classe
Mille novecentosessantuno a poco più di trent'anni Onofri ha ricapitolato in uno splendido pamphlet le vicende della critica nazionale da Croce ai contemporanei
Intanto pubblicava su Leonardo Sciascia una monografia che ha fatto epoca sciogliendo l'equivoco di uno Sciascia illuminista in conseguente a favore dell'immagine assai più credibile di uno scrittore illuminista dell'irrazionale cioè indagatore di un mondo strutturalmente sofisti quel mafioso che si lascia cogliere solo da chi sa Divina nelle enigmatiche correlazioni
Onofri che di Sciascia assorbe perfino il cursus il ritmo i tic da allora cioè dagli articoli per il Diario di Deaglio quelli di oggi su Avvenire o no fino al seguito i narratori italiani con un impressionante iper lavoro e con una riedizione troppo poco ricambiata
Mentre all'università cominciava a crescere una nuova generazione di aspiranti critici nel frattempo la svolta del secolo qualcosa è cambiato Luigi Baldacci che aveva ispirato ingrati maestri è stato in parte sostituito
Da un altro modello quello delle diagnosi suggestive di Cesare Garboli sempre mescolate con lo Sciascia dei saggi cronache il passaggio si nota bene spogliando i quattro volumi della collana che l'editore inscì bollette dedica oggi alla ripubblicazione delle opere di non offre storia di Sciascia tutti a cena da don Mariano letterature mafia nella Sicilia della nuova Italia
La critica in contumacia e per una storiografia della retta
I titoli confermano che questo critico non ha mai reciso i legami tra letteratura storia politico culturale e che cosa ancora più rara di questa storia ha un'idea lontana dai volgarizzamento e ad usum del fini delle sinistre storiche o nuove col testo a fronte dei grandi scrittori moderni solari belga Adélaïde De Roberto italianissimo Onofri riflette sul nostro Risorgimento sul fascismo e sul socialismo
Sul destino speciale di Sicilia e Sardegna sa che il canone letterario non è mai una questione di letteratura bensì di civiltà che la letteratura e la critica in essa è critica della vita nel suo senso più ampio e totale forse a volte un certo senso di solitudine ha suggerito a quest'uomo istrionico di cercare alleati dove non poteva trovarli senza equivoci
E forse la preoccupazione di non essere considerato abbastanza scrittore lo ha portato a esibire la patente in modi qua e là un po'plateali
Fa effetto vedere questi volumi Scivoletto pubblicati come un'opera omnia perché in fondo non si è ancora in piena attività anzi verrebbe da dire che è più giovane di quando esordì a cavallo tra l'ambiente ex suora Viano e il patrocinio di Baldacci
Il suo vero patron è un altro grande siciliano Giuseppe Antonio Borgese come lui sempre pronto a far la spola tra la vita e il libro
E quando si staccava dalla documentazione dalla descrizione concreta nell'ansia di disegnare un proprio profilo spiritualmente e politicamente più rilevato a rischio a volte di oratoria o retorica ma appunto Borgese ha ispirato a un offrì una delle sue pagine più belle sulla critica con la cui citazione voglio chiudere il critico scriveva dunque Noferini ingrati maestri abita
Un paesaggio etico intellettuale fornito di avvallamenti e pianure di dorsali montuose di isolati e impervi picchi di una precisa orografia
Questo paesaggio ricapitola tutta la sua biblioteca effettiva effettuale e ancora prende colore si disegna sulla continua domesticazione del gusto
Sul fuoco inesauribile delle passioni sulla dialettica di sentimenti e risentimenti sugli imprevisti del caso ancora quando un critico incontra un opera che sia veramente tale questa opera entra nel suo paesaggio accade allora come se in quel paesaggio si producesse un qualche cataclisma là dove c'era una pigra collima potrebbe scoprirsi ora un lago di origine vulcanica ai piedi in un bosco fiero selvatico laddove invece sovrastava una cima potrebbe trovarsi ad assunte sonante deserto in quel paesaggio contemplato ora entro un nuovo quadro potrebbe rivelare insospettata Flora impensate faldone che cosa vogliamo dire in sostanza che una critica antagonistica non può che vivere sempre del rapporto conflittuale dell'opera con l'autobiografia intellettuale ed etica dell'interprete a risentirci venerdì prossimo